7 December 2023
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Accabadora (Supercoralli) Formato Kindle di Michela Murgia (Autore) Formato: Formato Kindle 4,4 4,4 su 5 stelle 4.438 voti il #1 più venduto in Kindle Store Visualizza tutti i formati ed edizioni Maria e Tzia Bonaria vivono come madre e figlia, ma la loro intesa ha il valore speciale delle cose che si sono scelte. La vecchia sarta ha visto Maria rubacchiare in un negozio, e siccome nessuno la guardava ha pensato di prenderla con sé, perché «le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge». E adesso avrà molto da insegnare a quella bambina cocciuta e sola: come cucire le asole, come armarsi per le guerre che l’aspettano, come imparare l’umiltà di accogliere sia la vita sia la morte. D’altra parte, «non c’è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada». Perché Maria sia finita a vivere in casa di Bonaria Urrai, è un mistero che a Soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: Tzia Bonaria ha preso Maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come «l’ultima». Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. «Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fill’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia». Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre. La Sardegna degli anni Cinquanta è un mondo antico sull’orlo del precipizio, ha le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. La comunità è come un organismo, conosce le proprie esigenze per istinto e senza troppe parole sa come affrontarle. Sa come unire due solitudini, sa quali vincoli non si possono violare, sa dare una fine a chi la cerca. Michela Murgia, con una lingua scabra e poetica insieme, usa tutta la forza della letteratura per affrontare un tema così complesso senza semplificarlo. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta di quell’universo lontano e del suo equilibrio segreto e sostanziale, dove le domande avevano risposte chiare come le tessere di un abbecedario, l’alfabeto elementare di «quando gli oggetti e il loro nome erano misteri non ancora separati dalla violenza sottile dell’analisi logica».

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Previous post L’ULTIMA SPIAGGIA Pola (Istria), giugno 1946. Zeno e Alvise hanno appena finito le scuole elementari e sono amici per la pelle. Sanno già che il futuro li vedrà separati, perché il primo, figlio di un medico, continuerà a studiare, mentre il secondo, figlio di un falegname, comincerà a lavorare nella bottega del padre per imparare il mestiere. La differenza di ceto e di prospettive incrina la loro amicizia più di quanto loro stessi siano disposti ad ammettere, ma entrambi sono decisi a non pensare a ciò che li aspetta e a godersi quell’ultima estate di spensieratezza che sta per cominciare. Tra le gite al mare organizzate dal parroco, un’attesissima gara di nuoto prevista per agosto, e l’arrivo in paese di una nuova bambina che attrae l’interesse di entrambi, i due amici vivono emozioni nuove, danno spazio alla competitività, conoscono l’invidia e la gelosia, e infine si scoprono rivali. Ma la tensione tra di loro non è nulla rispetto a quella che si respira tutto intorno tra italiani e croati per il diritto di restare su una terra che ciascuno sente propria. Ci penserà la Storia a rimescolare le carte, a riordinare valori e priorità, e a mettere tutti, adulti e bambini, di fronte a ciò che conta davvero. Dimostrando così che gli amici veri sono amici per sempre.
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